Alpinismo ecosostenibile
Sulla risvista del CAI di questo mese 8/12 , ho letto una breve denuncia della situazione disgustosa in cui versa il Bivacco della Fourche denunciata da due alpinisti spagnoli su un sito iberico. la conclusione che non ho bene capito, dice " dovremmo forse fingere di non accorgerci di quanto succede nella culla dell'alpinismo?", forse loro fingono, io ogni giorno , lungo i sentieri che percorro, raccolgo fazzoletti di carta, plastiche, tappi di bottiglia, etc e li porto a valle, così come la scorsa settimana, dal rifugio/bivacco del Boccalatte, abbiamo riportato a valle due bei sacchettoni di rifuti che abbiamo prodotto con la nostra permanenza, lasciando il tavolo pulito e spazzato il pavimento. Nelle nostre città ogni giorno, deleghiamo qualcuno a svuotare il bidone della spazzatura, il cestino della carta, il posacenere, etc., noi non lo facciamo quasi mai.
EDUCHIAMO, INSEGNAMO A TUTTI , GRANDI E PICCOLI , facendolo noi per primi ( solo l'esempio funziona) di gestire in prima persona il probelma. lasciamo un luogo pulito come lo vorremmo trovare, togliendo quello che ,ineducati, egoisti ,miopi individui hanno lasciato.
Avrei veramento gioito se avessero scritto: abbiamo portato via un paio di sacchetti e cercato di bruciare un po di carta, ovvero, avessero riportato questa informazione alle guide alpine di Courmayeur, che avrebbero sensibilizzato a loro volta glie enti locali( che hanno già in passato provveduto a pulire bivacchi ). le condizioni di luoghi come il bivacco della Fourche, si conoscono solo da chi li frequenta, se questi non riportano le condizioni, come solitamente facciamo noi Guide Alpine, non si può sapere cosa occorre fare. collaborare ed informare è meglio che fare articoli scandalo su blog e riviste.
PAolo Pieroni GUida Alpina
Arvier Aosta